martedì 20 maggio 2008

Viaggio (post) elettorale

articolo (di chi? .... :) ....) pre elettorale... o porto particolarmente sfiga oppure posso fare "l'esperto in tv"..

Viaggio elettorale: le parole chiave per capirci qualcosa


Arcobaleno: una delle novità di questa campagna elettorale. La Sinistra L’Arcobaleno è tutta la sinistra unita (finalmente, lo posso dire?), con un suo progetto di società e di paese, almeno credo.

almeno credo.. appunto..

Berlusconi: sempre lui, quello del 1994, del 1996, del 2001, del 2006.

presa!

Culo: il fattore C, tanto caro a Prodi e sul quale oggi fanno affidamento un tutti gli sfidanti.

Presa!

Decidere: decidere, decidere, decidere. Ci raccontano che il male dell’Italia è che la politica non riesce a decidere. La soluzione prefigurata? Dare ancora più potere a chi deve decidere… E certo, gira che ti rigira… Dododiché il Pd ha la Binetti e la Pollastrini insieme.. Il Pdl Giovanardi e Capezzone… Sicuri che riusciranno a decidere qualcosa?

Presa!

Elettori: noi. Analizzati, targettizzati. Non più cittadini. Ma elettori, consumatori da attrarre su un prodotto. Anche la “partecipazione” o un partito fanno parte del prodotto, se serve a renderlo più accattivante. Ma è tutto finto o quasi.

Presa!

Futuro: altra parola magica per antonomasia. E’ importante ma spesso ha lo stesso ruolo del passato, quello di farci dimenticare la realtà, il presente.

Presa!

Grosse Coalition: è uno dei probabili scenari post-elettorali, cioè un governo composto dai due partiti che risulteranno più forti e più vicini (PdPdl). Come diceva Terenzio, “ i litigi degli amanti rinnovano l’amore”…

strapresa!!

Henry Kissinger: una volta disse “Non ci può essere una crisi la settimana prossima. La mia agenda è già piena”. A quanto pare avevano tutti l’agenda vuota da noi…

Italia: per tanti è solo la nazionale di calcio. Per me è soprattutto una canzone di De Gregori: povera come sempre, derubata e colpita al cuore, l’Italia del valzer, l’Italia dei caffè, l’Italia che s’innamora.. l'Italia con gli occhi aperti, nella notte triste, viva l'Italia, l'Italia che resiste

Lavoro: e vabbè. Riempitelo voi sto spazio che a me cascano le braccia…

Mastella. Punto.

Nuovo: è l’altra parola magica di queste elezioni. Tutto è nuovo, partiti nuovi, programmi nuovi, facce nuove, promesse nuove. Come diceva il detto? Cambiare tutto…

Presa!

Online: tutti, meno che la politica. Siti fatti male, o finti. Nessuna apertura al social networking.

Pace: un altro grande assente dalla telecampagna elettorale. Per favore… nelle urne, e dopo, ricodiamocela. E’ importante.

Se mi ascoltavate...

Quanno pioe e tira vento juombrellaro sta conténto.. Che c’entra? Beh, mi rende bene l’idea di come è caduto il governo. Chi è l’ombrellaro? Beh.. Io non ve lo dico ma una mezza idea ce l’ho.. Comunque non Mastella.

Riforme: “il problema dell’Italia è che non si fanno le riforme”.. Sono passati vent’anni e ancora la stessa solfa.. Che pizza, non possono cambiare argomenti? Parlano delle riforme come fosse una religione! Ma la riforma di che? In quale direzione? Non è dato a sapersi.. (vedi alla voce N)

Successo: come sempre tutti diranno di aver vinto. Allora chiariamoci subito. Il Pd vince se elimina la sinistra. Il Pdl vince se riesce ad avere i numeri per governare da solo. La Sinistra Arcobaleno vince se riesce a contrastare il c.d. voto utile. Casini vince se riesce ad entrare in parlamento.

Presa no?

Televisione: negli altri paesi serve a mettere in difficoltà i candidati. In Italia serve a compiacerli. Dopotutto tre reti sono di Berlusconi e tre del Governo…

Presa

Utile: voto utile. Vuol dire che devi votare per uno perché è più forte dell’altro, indipendentemente dal programma dell’uno o dell’altro. Mi chiedo, ma se Gramsci o i fratelli Rosselli avessero votato “utile” oggi ci sarebbe ancora quel tipo al balcone di piazza Venezia?

...

Vaticano: non è un partito. Non prende voti. Ma alla fine ha sempre più parlamentari e ministri di chiunque

Presa

Walter: l’uomo nuovo di queste elezioni. Eletto per la prima volta in Consiglio comunale nel 1976. Dal 1986 parlamentare e membro del Comitato Centrale del PCI. Già segretario nazionale dei giovani del PCI. Già vicepremier del primo governo Prodi. Già segretario dei Ds. Già direttore dell’Unità. Nel 2006 disse in tv che finito di fare il sindaco avrebbe smesso con la politica. Infatti ha smesso, basta ascoltare un suo comizio.

Ora lo dicono tutti quindi direi Presa!

Zapatero: prima era sulla bocca di tutti. Troppo scomodo però uno di sinistra che vince e governa. Uno che, ultima decisione in ordine di tempo, fa uscire la Spagna dal nucleare e punta tutto sulle energie rinnovabili.

Presa! a giudicare dalle polemiche in corso

Oh Canada Oh canada..

Oggi a lavoro abbiamo ospitato la scolaresca canadese (in realtà erano universitari)... La saudade m'ha preso.. E la domanda sorge spontanea: meglio essere italiani? o italo-qualcosa?
Ultimamente direi più la seconda... Comunque ecco un prontuario del perfetto italo-americano (canadese anche suppongo..). In grassetto le voci in cui mi riconosco o in cui riconosco buona parte degli italiani.. nel bene e nel male...

You Know You're Italian When...
1.You have a nonna.
2.You eat Sunday dinner at 2:00.
3.You know what a rice ball really tastes like.
4.Your car has a green red and a white bow with a horn attached on the mirror!
5.You know the words to Dominick the Donkey!
6.On Christmas Eve you eat only fish.
7.Your favorite slow song: Ti Amo "Fuhggettaboutit".
8.The Godfather is your role model.
9.You love Nutella...anytime...
10.Your nonna's meat balls are the best.
11.You always dress to impress.
12.You always gotta have a clean pair of Fila's.
13.You love Versace, Gucci, Prada, Armani, just cause there Italian.
14.Favorite movies: Godfather, Good Fellas, Bronx Tale, The Last Don... and you live by them.
15.Guys gotta respect their women...or else...
16.You've been hit with a wooden spoon or had a shoe thrown at you by either your mother or your nonna.
17.Pasta, pasta, pasta everyday.
18.Your father owns 5 houses, has $300,000 in the bank, but still drives a 76 Monte Carlo.
19.You share a bathroom with your 5 brothers, have no money, but drive a $45,000 Camaro or Firebird.
20.Your mechanic, plumber, electrician, accountant and travel agent are all blood relatives.
21.You consider dunking a cannoli in an espresso a nutritious breakfast.
22.Your 2 best friends are your cousin and your brother-in-law's brother-in-law
23.You are a card-carrying V.I.P at more than 3 strip clubs.
24.At least 5 of your cousins live on your street.
25.All 5 of those cousins are named after your grandfather.
26.A high school diploma and 1 year of Nassau Community College has earned you the title of "professor" among our aunts.
27.You are on a first name basis with at least 8 banquet hall owners.
28.If someone in your family grows beyond 5'11", it is presumed his mother had an affair.
29.There were more than 28 people in your bridal party.
30.You netted more than $50,000 on your first communion.
31.At some point in your life, you were a D.J.
32. 30 years after immigrating, your parents still say "Pronto" when answering the phone.
33.You have ever been in a fight defending Sly Stallone's thespian greatness.
34.Somewhere on your parents' property, there is a bathtub Madonna.
35.You build your house with 3 materials.... brick, brick and wrought iron.
36.You have at least one sister that went to Beauty School
.37.Clothes from the Chess King will actually fit you.
38.It is impossible for you to talk with your hands in your pockets.
39.Have been to a funeral where talk of the deceased is, "He shoulda kept his big yap shut."
40.You have many relatives named either Joe or Mary...
41.You grew up in a small house, but you still had two kitchens. (One was in the basement).
42.Your grandfather had a fig tree.
43.You've always wanted a red Ferrari.
44.Connie Francis songs makes you cry.
45.At least one person in your family does a great impression of Don Corleone.
46.You feel strangely comfortable when you sit on plastic-covered furniture.
47.You know all the words to "That's Amore".
48.You are offended when the wedding you attend serves less than 9 courses despite the fact that you don't eat half of it.
49.You ask "How much for cash?" when buying but will accept 'gifts' in exchange for cash when selling.
50.You are not materialistic but insist a $500 wedding present is nothing.
51.You think have a concrete backyard is nice.
52.You think having swans in a big fountain in the front yard next to the veggie patch is tasteful.
53.You actually believe everyone eats those sugared almonds in the bonboniere at your wedding.
54.You always have a friend who 'owes you a favor'.
55.you have enough food in the cantina to last 5 years or more!
56.Your dad or nono uses you’re old hockey sticks in the garden to hold the tomatoes plants.
57.At 6:30 all the older Italians are not found outside due to there favorite TV show if you know what I mean!Newly added!
58a.You’re nonna or mom has a sofa with a plastic on it that has only been used once or twice.
58b. you’re nonna or mom has a kitchen and living room that has only been use once and is kept like a museum, if you have a duplex you know what I am talking about!
59. You at least have one member in your family like an uncle who is a plumber or electrician.
60. You wake up to CFMB Radio thanx to your nonna blasting it when you sleep over at her place! http://www.cfmb.ca/default.asp?Key=1
61. You know your Italian from Montreal North when you walk around with your hand on your midsection & the first three words of every sentence is "Me me I ......"
62. You know ur italian if u know the punchlines to poonjabi power hour and judge rocco by heart and even maybe most of the joe avatti jokes.
63. You know ur italian if at least 1 relative had the godfather playing as an entrance song at a wedding.
64. u know ur an Italian when ...........u danced to marina marina marina…
65. You know your Italian when you have more than one aunt named Maria.
66. You no ur italian when in one point of ur life indoor soccer shoes and longhair and i braa srapp was a nessecity
67. You know your italian went your nonna smacks u behind the head when you raise your voice at the table and your mother feels the need to do the same..
68. You know you are italian when you don't have to date people, you charm them! :)
69. You know your italian when your nonna is your personal seimstress and when she needs ot know how short to cut your pants she MUST lift the pants over your bellybutton and cut them 3inches too short.
70. You know you're Italian when your shoes cost more than your rent.
71. You know you're Italian when red sauce is an all day affair at your house.

domenica 27 gennaio 2008

Italia Nuova, proteggere la natura: Save water, Drink Beer


Throughout the middle ages, Europeans scorned water drinking. Instead, community leaders (monarchs, that is) entreated citizens (or serfs, rather) to drink beer. The reason for this was simple. Most water sources were so polluted that they were unfit for human consumption.Today, Europe, North America and other regions use treatment facilities to regulate the quality of water destined for human consumption. That is not the case in parts of Asia, much of Africa, and other industrializing areas of the world. The fact is it’s still safer to drink beer in many places.And the beer industry is booming in exactly these regions. However, industrially produced beers are out of the price range for the majority of citizens. And even if they weren’t, it would still be a shameful excuse for lacking clean drinking water. Are breweries doing anything to help maintain clean and safe drinking water supplies? You might be surprised at just how much.Right know people, should be aware that the world doesn't have that much water... So they should produce more Beer instead.

Italia Nuova, cominciare dalle piccole cose: Lotta contro la scomparsa del congiuntivo

Lottiamo contro la scomparsa del congiuntivo..

sottoscrivo:

IN DIFESA DEL CONGIUNTIVO
Che fine ha fatto il modo congiuntivo? La sua agonia è ormai evidente, palese, e chi se lo ricorda più nel nostro odierno scarno modo di parlare? Vive già da tempo nell’oscurità, surclassato dal vincente e trionfante indicativo. E d’altronde che ce ne faremmo oggi, in un’era scientifica e razionale, di un modo carico di dubbi, perplessità, possibilità, senza mai una sola certezza? Già il fascismo lo aborriva, convinto com’era che gli italiani dovessero solo “credere, obbedire, combattere” senza esitare; e oggi neanche i giovani, gli unici che dovrebbero avere la testa piena di sogni, si cimentano ogni tanto con le immaginifiche possibilità del congiuntivo, nessun “oh, se fosse”, meglio se qualcosa semplicemente “è”. Eppure la scomparsa del congiuntivo dovrebbe farci riflettere: se perdiamo un’abitudine linguistica, non sarà questo spia del disagio più generale di tutto un mondo che aspira solo a ciò che è immediatamente percepibile e conquistabile? Insomma il congiuntivo scompare perché non serve più a nessuno, vuole solo farci dubitare, ragionare per assurdo e noi invece siamo presuntuosi e orgogliosi: perché vivere in bilico tra il dubbio e la verità? Eclissati, congiuntivo: non abbiamo più desideri, sogni, esitazioni, rimpianti. Ci basta l’arido indicativo, sterile misura del nostro angusto universo. SILVANA LA PORTA

La grammatica secondo Canale5
http://www.youtube.com/watch?v...
"ha paura che perde"... Uno complimento ai titolisti di 1,2,3 Stalla su Canale 5.


Chi l'ha visto?
http://www.youtube.com/watch?v...
Scomparso il congiuntivo

lunedì 14 gennaio 2008

Capitolo 1 - "Mia madre fa la giocoliera"


Capitolo 1
"Mia madre fa la giocoliera"


Contro la mia volontà mi ritrovai al numero 72 di Via dei Pittori: Belleville, come la chiamavano da un po, ma scoprii solo in seguito il perché, i suoi abitanti. Gli epiteti del resto della città erano ben altri.. Tant'è, entrare lì era come attraversare una porta spazio tempo verso un mondo parallelo in cui qualcosa, a mio modestissimo avviso, era andato storto.. non c'era altra spiegazione.. Ma andiamo per ordine. Cominciò tutto un giorno, come nella fiabe, 'c'era una volta una strega cattiva'.. insomma, mia madre quando doveva darmi una brutta notizia approfittava sempre dei primi minuti del mio risveglio, in quella fase della mia giornata in cui lentamente mi riapproprio della percezione di me stesso - chi sono? dove sono? voi chi siete? che volete da me? - e delle facoltà motorie essenziali - camminare in linea retta, vedere gli oggetti in maniera nitida, ecc.. .
"Andiamo a Belleville, ci trasferiamo nella casa dei nonni" - mi disse mia madre che scorgevo con il mio solo occhio semiaperto.
"Eh... !? Ma chi? Cosa? Quando? Ma chi l'ha detto?".
Sto ancora sognando.. è evidente.. figurati, Belleville. Quasi quasi rimpiangevo i miei due peggiori incubi ricorrenti, uscire di casa senza scarpe e dimenticarmi dell'interrogazione di italiano. Per fortuna è solo un sogno pensai. Almeno è quello che credevo..

Così, incurante di tutto e di tutti, cominciai come d'abitudine la lunga marcia che ogni mattino mi portava dal letto alla macchinetta del caffè. Come sempre, le ciabatte mi si infilavano, non so spiegare esattamente come, ai piedi e le pareti mi accompagnavano verso la cucina, intanto prendevo le sigarette sul portachiavi e via.. il solito teatrino, meccanismi collaudati da anni. Il "Buongiorno" di papà.. e il mio "Oh"... il "Buongiorno" di mamma e di nuovo un mio "Oh mà.." al quale contestualmente le mie gambe capivano che dovevano accelerare il passo prima che ella potesse cominciare la sua interminabile sfilza mattutina di precetti, domande, raccomandazioni. E nel frattempo il mio cervello si riscaldava e rielaborava le informazioni essenziali, nome, cognome, età, data, città. Cose da fare, pulire macchinetta senza sapone, inserire prima l'acqua solo poi il caffè, chiudere macchinetta, accendere gas, andare in bagno e fare pipì, centrare il cesso, lavare le mani, prendere tazza, latte, zucchero, cucchiaino, cornetti, accendere tv. Sedersi e aspettare le dolci note dell'acqua che salendo lentamente dal serbatoio verso la polvere si trasforma magicamente in caffè.. "Buongiorno" e di nuovo un "Oh" e tirare dritti verso la terra promessa.. caffè, caffè, caffè, caffè.. aspetta.. Tre "oh".. che cavolo succede? Deve esserci un errore. Ripercorsi mentalmente tutti i passaggi. Ho fatto tutto bene, non mi dimentico nessuno.. No no, tutto ok, andiamo verso il caffè. "E' proprio una bella giornata oggi". Ancora quella voce.. Ma che diamine succede? Pensai ancora.. Così mi voltai e si materializzò davanti a me una figura dai contorni incerti.. un paio di occhiali con montatura spessa, una giacca rossa, fastidiosissima la mattina presto. L'unica cosa che vidi bene fu la scritta Traslochi. Traslochi... Traslochi... Mh.. Chi trasloca? Oh merda... Nooooo!
Nemmeno due settimane dopo ero dentro la macchina, tra lo scatolone degli addobbi di natale e quello delle vecchie scarpe di mia madre. Le cose non erano andate bene, mio padre aveva perso il lavoro, la casa pignorata, le solite cose di un epoca maledetta. Ed eccomi, quindi, in viaggio forzato verso la vecchia casa della fu-mia-nonna, una borghese decaduta, esemplare tipico della città, che ci aveva lasciato in eredità questa sorta di mini appartamento, terra cielo, più terra che cielo, di cui forse nemmeno papà si ricordava. Il trauma del distacco dalla terra natia fu nulla rispetto al mio ingresso a Belleville. Un'entrata in grande stile... Traslocammo all'alba, e Belleville era semivuota, ma abbastanza piena per intuire in che razza di posto ero capitato. All'ingresso di Via Romana, attraverso cui si saliva verso il cuore del quartiere, un cartello dava il "Benvenuto a Belleville", alla base dello stesso era disteso un vecchio con un paio di mutandine viola in testa. Un brivido mi salì lungo tutta la schiena, una serie di deliranti cartelli pubblicitari attirarono la mia attenzione: Fat Kun Do Body Jim, una versione per persone robuste del karate di Bruce Lee supposi. E ancora, un enorme piatto di tagliatelle al pomodoro con sopra impressa la scritta "Chinese people do it Better!" e l'indirizzo di un ristorante... Intento ad immaginare come dei cinesi potessero farle meglio le tagliatelle, non mi resi conto che avevamo già superato Via Romana bassa, al termine della quale si dipanava il dedalo di viuzze di Belleville. Arrivati in una piazza San Pietro pressoché deserta non potei fare a meno di notare una riunione di ambulanti, ognuno con il proprio chioschetto di mozzarelle in carrozza da trascinare. Non credevo ai miei occhi.. e infatti li chiusi, avevo già visto abbastanza..
Li riaprii poco più tardi, arrivati al numero 38 di Via delle Streghe. Via delle Streghe.. il nome non prometteva nulla di buono. Il camion con la nostra roba era già lì ad aspettarci e anche davanti la vomitevole porta in velluto rosso della palazzina affianco c'erano dei mobili, un tavolo, qualche sedia, una poltrona, un piccolo mobile.. Forse è stagione di traslochi. Solo dopo capii che quell'apparantemente caotico assembramento di mobili era invece la dependance estiva dei nostri vicini di casa. Usanze di Belleville.
Due piani, uno seminterrato con cucina e sala, e al primo piano una camera semimatrimoniale e un bagno, con un balcone vista strada. Era questo il fantomatico lascito della nonna, il nostro nuovo tetto finché papà non avesse sistemato i problemi a lavoro. Erano tutti indaffarati nel recuperare le proprie cose. Anche io ero ben intenzionato, se non altro per un po non avrei pensato al mondo dov'ero capitato. Peccato che la camera per me non c'era. I miei mobili li avrei ritrovati qualche giorno dopo al mercato rionale, intanto io e i miei ricordi ci saremmo accomodati nella sala, la mia nuova camera per un pò. Ero intento a decidere cosa salvare quando mi sentii strattonare la camicia da dietro. Un bambino bassetto, di 7 8 anni credo, con degli assurdi pantaloni con le bretelle, appena uscito da un romanzo di Dickens, mi guardava con la faccia di chi aveva visto uno scemo alle prese con il suo primo giorno di scuola.
"Che c'è?" - gli dissi, ma non rispose. Così lo ignorai, cercando di concentrarmi sulle mie cose ma percepivo che il tipetto continuava a fissarmi.
"Cos'è? Non ce l'hai una madre? Va da lei no?".
"Mia madre fa la giocoliera". Furono le prime parole che sentii pronunciare a Belleville.
"E allora vai a giocare con la mamma" - replicai.
"Mia madre gioca solo con gli adulti" - rispose il bimbetto - "lì, in camera sua, guarda".
Rimasi inebetito, non avevo ben capito, o meglio si, purtroppo si. Il mio primo contatto umano a Belleville fu con un bimbetto di 7 anni, mio dirimpettaio, che mi aveva appena spiegato che sua madre faceva la puttana.
"Ah.. la giocoliera, certo..".. Prima che facessi in tempo a mortificarmi con lui e a chiedergli notizie del padre uno strano tipo sbucò dalla porta della palazzina del bimbetto. Indossava un elegante vestito di velluto, in realtà un pò sgualcito, con tanto di gilet e orologio da tasca in mano. Ai piedi un paio di ciabatte. Lo fissai per un pò mentre ero piegato a raccogliere uno dei miei scatoloni con dentro i vestiti. "Good morning" mi fece. Ma io non ebbi la prontezza di rispondergli.
"Quello è Lord Forsbury" - disse il bimbetto. "Stagli alla larga, è un tipo strano".
Ah si? Pensai.. chi l'avrebbe mai detto.. "Lord chi? Ma perché veste in quel modo? E dove va con indosso un paio di ciabatte?" chiesi. "E' un famoso esploratore, ma adesso sta solo andando a fare colazione". Che strane persone. Feci un grosso sforzo di pazienza e continuai a cercare le mie cose, quelle poche che potevo prendere con me. Finalmente entrai nella casa. L'ingresso dava subito sul salotto, ribassato di tre gradoni rispetto al livello della strada. Sullo sfondo si scorgeva in la cucina posta su un piano rialzato e con una sorta di ringhiera a dividerla idealmente dalla sala. Sotto la ringhierina un divano con di fronte una grande libreria, e sulla sinistra un caminetto. Nell'altra metà del salotto un tavolo per mangiare, ancora una libreria intorno alla parete e nell'angolo in fondo a sinistra guardando dalla porta una scala a chiocciola che portava al piano di sopra. L'unica finestra era sulla destra, appena entrati, e più che a far entrare la luce da fuori sembrava utile a guardare da dentro i passanti.. Posai la mia roba nei pressi del divano. La casa era messa male, le ragnatele abbondavano e il puzzo di chiuso era fortissimo e un consistente strato di polvere copriva ogni centimetro quadrato della mobilia. Decisi di dare una pulita, non prima di aver dato uno sguardo al piano superiore dove i miei già erano in avanzata fase di sistemazione. La camera era bella e spaziosa. Il bagno era oltre la camera da letto e questo significava che oltre a non aver un letto, avrei dovuto fare a meno anche di un bagno se non volevo disturbare ogni volta i miei. Il balcone era piccolino, un po' pericolante e di fronte c'era la camera della giocoliera.. supposi... La mia prima giornata a Belleville la passai quindi barricato in casa, intento a dotarmi delle condizioni igieniche minime per passarci il minor numero di notti possibili. Una forma acuta di mutismo si era impossessata intanto della famiglia. Nessuno parlava, nessuno commentava. Ognuno sapeva esattamente cosa pensava l'altro ma più che altro eravamo assorti nei nostri pensieri. Come siamo capitati qui? Che c'entriamo noi con questo posto? Mia madre accennò appena una cena, nel frattempo mio padre aveva sistemato tv e io avevo preparato il mio giaciglio. Stanchi morti e affranti ce ne andammo a dormire o almeno, per quanto mi riguarda, era questa l'intenzione. Fu, infatti, una notte travagliata. Mi sentivo un pesce fuor d'acqua in una nuova casa, e in questa situazione. Ogni scricchiolo, ogni piccolo rumore, ogni vociare che perveniva dalla strada mi faceva sobbalzare sul divano, mi si stringeva il cuore in gola e il battito cardiaco accelerava fortemente. Rimasi sveglio a lungo, accesi la luce, fumai qualche sigaretta mentre davo uno sguardo a la libreria della nonna, che era alquanto surreale anch'essa. File di libri a me sconosciuti riempivano gli scaffali. Non resistetti alla tentazione di prenderne in mano alcuni dal titolo davvero curioso. Una “Guida dello studente dell'Università della risata di Belleville”, o una “Storia della corsa coi sacchi”. Verso le tre finalmente il sonno e la stanchezza cominciarono ad avere il sopravvento sul panico di quella prima notte. Mi infilai sotto le coperte, non prima di aver controllato per l'ultima volta la se ci fossero animaletti vari in giro per il mio letto. E non prima di aver fatto tanti pensieri su questa mia nuova situazione. Quanto sarebbe durata? Cosa avrei fatto? Cosa ne sarebbe stato della mia vita di tutti i giorni? Il lavoro al Municipio, la mia compagna, i miei amici. Mi addormentai lentamente e con la testa piena di pensieri, stanco, spossato, soprattutto con un profondo senso di impotenza ed inadeguatezza che erano le cose che mi facevano più paura. Finalmente mi addormentai con l'incognita di un risveglio sconosciuto.

Prefazione: Narcisismo? Io sto con Gutemberg

Qualcuno nella rete ha detto che pubblicare un libro su internet è come scuonare in uno scantinato, un inutile atto di narcisismo. E che in troppi scrivono e vogliono pubblicare, e pochi leggono e vogliono acquistare.
Ma mi chiedo: dove altro, mica esiste un Ordine degli Scrittori...; siamo nel 2008, parte sempre più consistente della campagna elettorale americana si gioca sul web, sul socialweb.
E allora, costoro dovrebbero finirla di rompere. Gutenmberg fu accusato di essere un volgarizzatore. Apriti cielo. I volgarizzatori sono semmai i benpensanti che vorrebbero tenersi il bello tutto per loro... Questa generazione, invece, il bello di scrivere, anche male, se lo sta riprendendo...
Viva Gutenberg!